NOVE INSOSPETTABILI FOGGIANI COLPITI DA UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE PER FAVOREGGIAMENTO E SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE. SEQUESTRATI IN CITTA’; I DIECI APPARTAMENTI TRASFORMATI IN CASE DI TOLLERANZA.

Nelle prime ore della odierna mattinata, su disposizione di questa Procura della Repubblica, è
stata effettuata un’importante attività di polizia giudiziaria da parte dei Carabinieri della
Compagnia cittadina (supportati dai militari forniti in rinforzo dal Comando Provinciale),
da personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia e da militari del Nucleo di
Polizia Economico-finanziaria di Bari (dipendenti dal Comando Provinciale del
capoluogo regionale).
Le suddette Forze di Polizia hanno dato esecuzione a nove misure di custodia cautelare in
carcere nei confronti di altrettante persone, tutte di Foggia, per favoreggiamento e
sfruttamento della prostituzione, nonchè al sequestro preventivo, sempre in città, di dieci
appartamenti adibiti a case di tolleranza.
L’ordinanza appena eseguita rappresenta il primo risultato di complesse e articolate attività
d’indagine, preliminarmente avviate dai Carabinieri, poi da loro proseguite ed alle quali –
per altri diversi rivoli investigativi – si erano sovrapposte, in parte, quelle della Questura di
Foggia e quelle della Guardia di Finanza di Bari. L’attività investigativa è stata condotta in
modo più pregnante tra il 2015 ed il 2017, e riattualizzata nel corso dei primi mesi del
2018. A fattor comune le indagini si sono concentrate su un sospetto continuo andirivieni,
da e per gli appartamenti colpiti oggi dal provvedimento di sequestro.
Questa Procura, pertanto, ha provveduto a riunire le autonome e convergenti risultanze in
un unico fascicolo, in cui sono confluiti gli esiti di numerosi servizi di osservazione,
effettuati a riscontro da ciascun organo investigativo. Nell'assumerne il coordinamento è
stato quindi disposto di procedere all'attivazione di mirate indagini tecniche – consistite in
numerosissime intercettazioni telefoniche, ambientali e video (attraverso l’installazione di
telecamere esterne agli appartamenti in questione).

Dette attività, insieme a numerose testimonianze assunte, sopralluoghi, pedinamenti e
soprattutto analisi di documentazione contrattuale e dati economico-finanziari, hanno
permesso di accertare come gli indagati avessero messo a disposizione delle meretrici –
provenienti da altre città – alcuni appartamenti di proprietà, o anche appositamente affittati,
rendendoli di fatto delle autentiche "case d'appuntamento", favorendo e sfruttando   così la prostituzione di transessuali e donne di nazionalità straniera. Il loro apporto a tali attività
non si è però limitato a questo, essendosi prestati anche a garantire gli spostamenti
logistici delle loro "affittuarie", tra la stazione ferroviaria ed i rispettivi appartamenti,       oppure procurando loro beni come sigarette, schede telefoniche, anticoncezionali. Sempre gli
stessi si erano anche fatti carico di inserire le inserzioni pubblicitarie su quotidiani o siti
internet, provvedendo, altresì, al loro rinnovo alla scadenza.
Tutto questo garantiva a ciascuno di loro, in alcuni casi, una media di circa 7.000 euro al
mese di profitto, considerando che ogni prostituta presente in un appartamento (e di solito
erano tra le 2 e le 4 per volta) pagava 50 euro giornalieri.
Così assicurate le fonti di prova in misura sufficiente a portare gli indagati a giudizio,
questa Procura della Repubblica ha quindi riassunto tutte le attività che aveva coordinato,
con i risultati investigativi raccolti, in una corposa richiesta di emissione di provvedimenti
cautelari personali e reali, accolti in toto dal locale Ufficio G.I.P.
Gli indagati sono nel complesso n. 10; di cui n. 9 (destinatari di Ordinanza di Misura
cautelare i carcere) per violazione, a vario titolo, degli artt. 81 cpv e 110 c.p. (concorso nel
reato continuato) – art. 3 nn. 2) e 8) – aggravato ex art. 4 n.7) della Legge 75/1958 (Sfruttamento
della prostituzione); mentre un indagato risponde solo del reato di cui all’art. 361 c.p. (omessa
denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale).
Le nove persone destinatarie delle misure custodiali, tutte di Foggia, sono: Sorrentino
Michele, con la sua compagna Vasiljevic Adrijana (di nazionalità straniera ma residente in
Foggia), Spadaccino Antonio, Simolo Stefano, Solomita Maddalena, Giuva Francesco Paolo,
Cinquepalmi Francesco Paolo, Strippoli Angelo Rosario Antonio (classe 1966) e Strippoli Rosario
Antonio (classe 1961).
Dieci gli appartamenti, come detto, sottoposti a sequestro in Foggia.
A tutti gli indagati è stato anche notificato l’Avviso Conclusione Indagini Preliminari ai sensi del 415
bis del codice di procedura penale.