Bisio e Gassman mattatori a Foggia per il film girato sul Gargano

103144_p1b3ktllbs19gu4v25881uegod08_0Si è parlato di pesce, quello fresco, appena pescato, di suoni gutturali tipici del dialetto di casa nostra, dell’ospitalità contagiosa, di Lucio Dalla e di storie di amicizia. Di tutto questo, e molto altro, nella conferenza stampa che gli attori Claudio Bisio e Alessandro Gassmann hanno tenuto questo pomeriggio all’hotel Cicolella di Foggia. L’occasione è il lancio del film Non c’è più religione di Luca Miniero per la Cattleya ambientato sul Gargano, tra le Tremiti, Monte Sant’Angelo e Manfredonia, nelle sale dallo scorso 7 dicembre e già al terzo posto al box office. Una sala dove a farla da padrona sono state le risate, in fondo era inevitabile con un mattatore del calibro di Bisio: con Gassman il feeling è ottimo. I due, scevri da atteggiamenti da star, incontrano la stampa con il regista, l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, il Presidente dell’Apulia Film Commission Maurizio Sciarra (“abbiamo strappato Miniero alla Campania, in Puglia si gira bene, una regione che strizza l’occhio alla Cattleya che qui da noi si trova molto bene”, ha dichiarato il numero 1 della Fondazione AFC).  A proposito di ‘buonumore’, è Gassman a rivendicare il ruolo che ricopre la risata per stemperare difficoltà e animosità, come nel caso della pellicola: “con divertimento e gentilezza si possono trattare temi come l’integrazione tra religioni (tematica che fa da sfondo al film, ndr)”. Cosa è accaduto durante un mese di ciak? Bisio, ad esempio, ha imparato colorite espressioni dialettali tipiche di Monte Sant’Angelo – il classico O’ – ma anche apprezzato le prelibatezze ittiche nostrane (quando era sull’Isola), Gassman ha preferito le pietanze di terra, come i funghi e il maialino. C’è spazio anche per gli episodi inediti (da una giornata di riprese in acqua con un mare forza 4 alle lezioni di nuoto subacqueo) e per i sentimenti: non sono mancati i riferimenti al cantautore bolognese Lucio Dalla che alle Tremiti era di casa, (“abbiamo ‘incontrato’ Dalla in molte parti dell’isola, così come a cena una sera lo abbiamo omaggiato intonando le sue canzoni tra cui 4 marzo 1943”, presente nella soundtrack list del film, ndr) e il suggestivo incontro con la statua di Padre Pio, immersa a pochi metri dall’isola di Capraia. Spazio anche alle storie di amicizia come quella nata con lo staff della casa di produzione foggiana Daunia Production di Pierluigi del Carmine che ha accompagnato la troupe per tutto il periodo delle riprese avvicinandoli alle tradizioni locali.

Quest’angolo della Puglia è piaciuto davvero. Al di là dei convenevoli di circostanza. Lo dice forte e chiaro  Luca Miniero: “l’isola ha qualcosa di unico, una natura sincera e selvaggia”. Le Tremiti, per il regista, battono la Costa Smeralda 1 a 0. Capito Briatore?