Contratto d’area: sequestro 11milioni di euro di beni Cotonificio di Capitanata

AREAQuattordici immobili, tra appartamenti, locali e terreni, siti a Crema, Angera, Magenta e Palermo, 17 conti bancari sono stati sequestrati dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari nei confronti di 5 ex amministratori della società Cotonificio di Capitanata S.r.l., ora in fallimento. Il sequestro – per un valore complessivo pari a circa 11 milioni di euro – è stato eseguito Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, in collaborazione con ufficiali giudiziari di Milano, Varese e Monza. La vicenda trae origine da una indagine  del 2006  dalla Procura di Foggia e Guardia di Finanza di Manfredonia  e  riguardante in particolare la gestione di un cospicuo contributo pubblico (tratto dal bilancio nazionale), elargito nell’ambito dei Contratti d’Area di Manfredonia – 2° protocollo aggiuntivo –  a favore della società Cotonificio di Capitanata S.r.l. con sede legale in Milano, per la realizzazione di un impianto produttivo per la tinteggiatura e finissaggio di tessuti in cotone. Il contributo, erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti in tre rate negli anni dal 2000 al 2007, pari ad euro 10.948.298,00 è stato interamente percepito dalla società, la quale, avrebbe però per gli inquirenti posto in essere condotte fraudolente. In particolare la ditta avrebbe acquistato macchinari usati anziché nuovi; avrebbe prodotto fatture “gonfiate” per accedere a maggiori contributi; avrebbe indicato costi fatturati per opere murarie già finanziate in precedenza, oltre a produrre fittizie attività di apporto mezzi propri e false attestazioni circa il possesso dei requisiti per accedere al contributo. Così al termine delle indagini la Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari ha richiesto ed ottenuto l’odierno sequestro conservativo ante causam di beni (quale garanzia patrimoniale nei confronti dell’Erario), in relazione al pericolo che gli imputati, nelle more della definizione del giudizio, potessero disfarsene. Nel contempo agli imputati è stata notificata una diffida al pagamento, in solido, della somma del sequestro  oltre agli interessi ed alla rivalutazione monetaria.