Ipres, incremento del PIL pugliese: più della media nazionale

Presentato questa mattina a Bari il Rapporto Puglia 2016 dell’Ipres, l’Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali.
Il Presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo si è fermato sugli investimenti, nota dolente del rapporto. “Un governo può fare tutti gli sforzi, per sostenere l’occupazione e le piccole imprese, ma restano estemporanei se non vengono inseriti in un contesto organico di investimenti pubblici e privati”. L’Ipres, ha detto, “segnala una perdita di 3,4 miliardi di euro, tra il 2000 e il 2014, un macigno che pesa enormemente sulle possibilità di sviluppo”. Ed è un’aggravante considerare che per il Mezzogiorno gli investimenti vengono solo dal quadro comunitario di sostegno e mancano risorse pubbliche e private per sollevare il Meridione dai suoi ritardi. “Non sono lamentele, non è il Sud piagnone, sono i dati oggettivi che ci parlano di problemi reali”. 
Non sfuggono a Loizzo gli indicatori positivi, l’incremento del PIL pugliese (+1,2%) superiore a quelli del Mezzogiorno e nazionale, la vitalità, con punte di eccellenza, che ha reso la Puglia riconoscibile a livello internazionale. “Il fatto è che non bastano”. 
Ben venga perciò la collaborazione tra Consiglio e l’istituto di ricerca economica, per dare al decisore politico e al legislatore gli strumenti per conoscere la realtà e potervi incidere. Un settore d’impegno è il caporalato. “La forma più antica e odiosa di sfruttamento non può essere affrontata solo con la repressione”: la richiesta di Loizzo ai ricercatori è di offrire i mezzi analitici e conoscitivi per le iniziative che vanno realizzate sul piano economico e sociale.