Sei omicidi ad agosto, bilancio shock contro la cura Minniti

E’ stato convalidato oggi l’arresto del 33enne Leonardo Dimmito, costituitosi nei giorni scorsi e reo confesso dell’omicidio dio Stefano Tango, 46 anni, assassinato a Cerignola lo scorso 24 agosto davanti a decine di testimoni nei pressi del cimitero, una delle aree presidiate dalle forze dell’ordine inviate dal Ministro Minniti per contrastare l’escalation di delitti che ha infiammato ancora di più il torrido agosto foggiano. Attraverso il suo legale, il penalista Antonello De Cosmo, il 33enne ha chiesto inoltre al gip la misura degli arresti domiciliari: “Non ci siamo chiaramente opposti alla convalida dell’arresto ma chiediamo una misura restrittiva al domiciliari, in virtù della scelta responsabile del mio assistito di consegnare l’arma del delitto e di confessare il delitto”, ha spiegato il penalista cerignolano.

Una questione privata quella tra Dimmito e Tango, per una commessa relativa al trasporto dell’uva che Dimmito avrebbe chiesto in qualità di imprenditore del settore trasporti.

Un bilancio senza precedenti ad agosto, con una serie di omicidi per certi versi inspiegabili per la futilità del movente come quello avvenuto in via Bari, a Foggia, lo scorso 22 agosto. Ad assassinare il 53enne Vincenzo Longo sarebbe stato un suo parente e coetaneo. Simone Russo: secondo la ricostruzione della Polizia, l’uomo ha sparato due colpi all’altezza del costato e del gomito sinistro per una banale vicenda legata all’incendio delle stoppie da campo.

Ma è sicuramente l’omicidio del boss del clan Libergolis Mario Romito, lo scorso 9 agosto, del suo guardaspalle matteo De Palma e di due presunti testimoni i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, uccisi dopo due giorni: si brancola nel buio ma è chiaramente stato un segnale clamoroso non solo nei confronti del clan egemone nell’area sud garganica, controllato proprio da Romito, scarcerato pochi giorni prima del delitto, ma anche nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine. Quando si tratta di regolare i conti i clan della mafia garganica non fanno calcoli con operazioni chirurgiche che sfuggono a qualsiasi controllo anche militare del territorio.

Rocco Traisci