Cara di Borgo Mezzanone, Gabriele Taranto (Ugl): ‘Come organizzazione sindacale sentiamo forte l’esigenza di confrontarci su questi temi’

“Con amarezza e preoccupazione apprendiamo dell’ennesima vicenda scoppiata intorno al Cara di Borgo Mezzanone, con il comune auspicio affinché si faccia piena chiarezza sulle opacità nella gestione del Centro di accoglienza emerse dalla recente inchiesta degli inquirenti”. E’ il commento del Segretario provinciale dell’Ugl Foggia, Gabriele Taranto, all’indomani dell’indagine aperta dalla Procura di Foggia sulla gestione del Cara di Borgo Mezzanone avviata nei mesi scorsi, dopo che le Forze di polizia, indagando sul fenomeno del caporalato, hanno riscontrato che la nuova manovalanza di braccianti sarebbe arrivata proprio dagli ospiti richiedenti asilo. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Leonardo Leone De Castris e dai sostituti Dominga Petrilli e Francesco Diliso, ipotizza reati che vanno dalla truffa alla corruzione fino al falso in bilancio.

Dopo gli interventi e le sollecitazioni da parte delle autorità politiche e sindacali, anche l’Unione territoriale del lavoro di Foggia si unisce ai messaggi di “riconoscenza, e stima per la costante attività di monitoraggio, controllo e contrasto al fenomeno del lavoro irregolare operata dalle Forze dell’Ordine, durante tutto l’anno”.

“Ci associamo – aggiunge Taranto – agli appelli di quanti chiedono che vengano accertate al più presto le responsabilità, e gli eventuali coinvolgimenti ‘dei singoli’ le cui colpe non possono ricadere sull’intera categoria di lavoratrici e lavoratori onesti, che – puntualizza – quotidianamente svolgono un servizio di vitale importanza per l’ordine e la sicurezza del Cara”.

“Come organizzazione sindacale – evidenzia il sindacalista – sentiamo forte l’esigenza di confrontarci su questi temi con le Istituzioni. In un paese di prima immigrazione, pluralista e multiculturale come il nostro dove decisiva è la spinta verso la mobilità nel mondo del lavoro, ma anche l’incertezza e l’instabilità sociale che ne derivano, si fa altrettanto forte l’esigenza di nuove forme di riconoscimento e di tutela del lavoro. Porre questo problema come priorità nell’agenda delle parti sociali e della politica – conclude – non può che trovarci d’accordo, senza perdere tempo o continuando a posticipare il raggiungimento di alcuni obiettivi”.