Grandine e nubifragi nel Tavoliere. Cia chiede sopralluoghi e stato di calamità

Le violente grandinate che si sono abbattute sul Tavoliere e sui Monti Dauni (il 3, il 5, l’8 e il 10 maggio) hanno martoriato intere colture: pomodori, asparagi, ceci, vite, cipolla da seme e seminativi. E’ il quadro devastante che preoccupa Cia Capitanata: “Le imprese, a una prima sommaria conta, registrano perdite fino a oltre il 70% della produzione” spiega il presidente provinciale Michele Ferrandino che chiede “che venga proclamato quanto prima lo stato di calamità naturale”. “Va rivista l’attuale normativa sulle assicurazioni agevolate, le imprese attendono ancora i contributi sulle polizze agevolate dell’anno 2015. Chiediamo subito i sopralluoghi nelle zone interessate e lo stato di calamità naturale”, ha aggiunto Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Capitanata.

CIA Capitanata è impegnata da più di una settimana nel monitoraggio delle aziende colpite e nella stima dei danni. Grossi chicchi di ghiaccio sono caduti in agro di Lucera, in località Torre Bianca, a Foggia, nelle campagne di via Napoli e di via Sprecacenere, a Troia, e poi a Biccari e Alberona, specie nella zona di Tertiveri. Il maltempo non ha risparmiato nemmeno le coltivazioni di grano, fave, avena ed orzo. Cia registra che i campi di Orta Nova sono stati letteralmente sommersi dall’acqua dove ortaggi, vigneti e frutteti sono stati pesantemente colpiti e gli asparagi sono stati resi inutilizzabili per la lavorazione. Problemi anche a San Severo e nell’agro di Rignano. “Il sistema assicurativo va ripensato e gli interventi tampone non possono più sopperire alla necessità di misure strutturali che supportino gli agricoltori davanti al costante e frequente rischio di veder sfumare in pochi minuti i propri sacrifici”,conclude l’associazione di settore.