Federalberghi diffonde i dati di AIRBNB in provincia di Foggia. La Confcommercio provinciale chiede una più efficace regolamentazione del settore

“La concorrenza sleale che portali di prenotazione on line come AIRBNB stanno arrecando anche alle
imprese turistiche dell’ospitalità della nostra provincia non è più sopportabile. I numeri confermano
come queste forme di “sommerso” nella nostra provincia abbiano raggiunto livelli preoccupanti. Gran
parte di questo mercato parallelo ha, infatti, le caratteristiche dell’attività di impresa e va
regolamentato con le stesse norme che valgono per gli albergatori in materia di fisco, previdenza,
lavoro, igiene e sicurezza. Su questo anche le Amministrazioni Comunali possono fare la loro
parte mettendo in campo una seria e fitta rete di controlli amministrativi.
Con queste parole il presidente provinciale di Confcommercio, Damiano Gelsomino commenta i dati
locali di una indagine nazionale realizzata da Federalberghi su dati Inside Airbnb, diffusa ieri
dall’organizzazione di categoria.
In provincia di Foggia nel mese di agosto gli alloggi registrati sul portale sono stati 2.194 , nello stesso
periodo dello scorso anno erano la metà.
1.755 (79,99%) sono riferiti a interi appartamenti
1.388 (63,26%) sono disponibili per più di 6 mesi
1.432 (65,27%) sono gestiti da host che mettono in affitto più di un alloggio
Per il presidente di Federalberghi Foggia, Gino Notarangelo: “è necessario che il Governo completi
il quadro normativo introdotto con la cedolare secca e che dunque crei criteri per distinguere tra

Confcommmercio – Imprese per l’Italia della Provincia di Foggia
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attività integrativa del reddito familiare e attività imprenditoriale vera e propria. Tutte le più grandi
città europee hanno introdotto regole chiare per un corretto rapporto tra i due mercati. In un territorio
come il nostro, già viziato dal “nero” anche nel turismo, è fondamentale stare sul mercato in maniera
corretta”.
Da tempo Federlaberghi-Confcommercio chiede l’istituzione di un registro nazionale degli alloggi
turistici e l’adozione di misure che pongano un argine allo spopolamento dei centri storici,
evidenziando anche le bugie che si nascondo dietro queste forme di accoglienza:
1. Non si tratta di forme integrative del reddito perché sono attività economiche a tutti gli effetti
che molto spesso fanno capo a inserzionisti che gestiscono più alloggi;
2. Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare perché molto spesso gli annunci
pubblicati su AIRBNB si riferiscono all’affitto dell’intero appartamento
3. Non si tratta di attività occasionale perché la maggior parte degli annunci si riferisce a offerte
disponibili per oltre 6 mesi all’anno;
4. Non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta perché molti degli alloggi
sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche